A sud-est di Treviso, tra il centro storico del capoluogo e il comune di Casier, si trova un’area di eccezionale interesse naturalistico e archeologico-industriale delimitata da due diversi rami del fiume Sile: l’antico corso del Sil Morto e il canale realizzato più a nord nel 1954 per velocizzare la navigazione.
Questa zona, già utilizzata come cava di ghiaia da Camillo Barina agli inizi del Novecento, a partire dagli anni Settanta fu scelta come sito di abbandono delle imbarcazioni tradizionali di legno utilizzate per il trasporto fluviale, ormai in declino.
Il “Cimitero dei Burci” (il burchio o burcio è il tipico battello di legno a fondo piatto utilizzato per navigare sui fondali bassi della laguna veneziana, ma nel sito si trovano anche gabarre, comacine, barchetti e batei) ospita oggi una ventina di relitti, la cui storia è stata in parte ricostruita grazie a una campagna di ricerche archeologiche condotte durante la metà dello scorso decennio.
Il cimitero dei Burci è parte del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, ed è visitabile percorrerendo la Restera, passeggiata ciclo-pedonale lungo il Sile che unisce Treviso a Casier.